Gli errori alimentari della dieta moderna umana.
L’uomo moderno commette almeno tre tipi di errori quando si siede alla sua tavola alimentare:
PUBBLICITA
|
- si iperalimenta;
- mangia male;
- mangia cibi adulterati e comunque 'non naturali'.
Partiamo dal primo punto, nei paesi avanzati, l’uomo mangia in media da due a quattro volte oltre quello che sarebbe necessario al suo normale sostentamento; a ciò si aggiunga che le porzioni dei vari alimenti sono disarmonizzate per quel che concerne il punto due e, per finire, gli alimenti di cui ci nutriamo sono spogliati di molte delle loro caratteristiche nutrizionali, devitalizzati da metodi di coltivazione innaturali e da processi di raffinazione, alterazione e conservazione industriali.
Dal momento che l’uomo, come ogni animale è, sul piano biologico, la risultante di una serie di trasformazioni degli alimenti che ingerisce (siamo ciò che mangiamo, è il caso di dire), le conseguenze negative sulla salute di tali abitudini alimentari sono inevitabili sia in teoria che in pratica.
Premesso ciò si spiega facilmente perché, nonostante giganteschi progressi continuativi nella scienza medica che aiutano l’umanità a sconfiggere migliaia di malattie si assiste nondimeno ad un all’aumento delle patologie croniche e degenerative, e il diffondersi di disturbi, spesso fortemente limitanti e a volte fatali.
Sempre più grande è il numero di studiosi della alimentazione che vede nelle pessime abitudini alimentari e nelle diete squilibrate e non sane che l’umanità tende a seguire per mille ragioni (prima l’ignoranza) la causa del peggioramento della salute generale della nostra specie anche e soprattutto nel mondo civilizzato che in cui ciò dovrebbe non essere vero.
Ma oggi, il cibo non viene più scelto affinché ci fornisca un adeguato nutrimento, come era per i nostri antenati che pure ne avevano poco e di cattiva qualità, ma avevano la saggezza animale nel seguire una certa alimentazione e, soprattutto la carenza endemica li preveniva da errori alimentari che possono venire solo dall’abbondanza. E, detto per inciso, questo non è il vecchio mito del buon selvaggio che è felice e in salute perché “non ha da mangiare”, vi sono anzi studi nutrizionali che confermano la cosa, tra l’altro anche calibrati sugli stessi europei, quando, per esempio, durante gli anni dell’ultimo conflitto mondiale nella stessa Europa si erano dovuti attuare razionamenti e restrizioni dei consumi alimentari l’incidenza di alcune malattie venne a diminuire (specialmente quelle cardiovascolari).
Alcuni ricercatori hanno ottenuto sperimentalmente dati analoghi sulle cavie osservando che i gruppi ad alimentazione dimezzata e a base di cibi naturali mostrano mediamente, rispetto al gruppo di standard:
- il raddoppio della durata media della vita,
- scomparsa delle malattie degenerative,
- vivacità fisica e psichica
- inalterate, fino alla massima età raggiunta.
E queste sono precisamente, le caratteristiche di popoli umani che ancora si cibano di cibi naturali, completi e in giusta proporzione e quantità in un rapporto colla natura ancestrale che noi occidentali moderni abbiamo perso, così da avere quelle diete tradizionali in cui si trovano intuitivamente ingredienti equilibrati come cereali e legumi, le cui proteine, individualmente carenti di alcuni aminoacidi essenziali, si combinano nel pasto formando, con l’integrazione di moderate quantità di cibi animali, proteine complete e quindi una nutrizione sana.
Oggi però, sempre più si dà importanza ad aspetti che dovrebbero essere marginali nella scelta del cibo e che invece sono predominanti: prezzo, gusto, aspetto estetico, dolcezza.
La risultante è un’alimentazione assai poco equilibrata, in cui all’eccesso di calorie prodotto dal consumo di carboidrati raffinati e grassi animali saturi, non sempre corrisponde un adeguato apporto di principi vitali: vitamine, sali minerali, enzimi e oligoelementi.
Questo benché i nutrizionisti e i dietologi non manchino di lanciare i loro precetti sull’importanza di una dieta contenente tutti gli elementi nutritivi: proteine, grassi, carboidrati, vitamine, sali minerali e fibre grezze, ad ogni convention e ad ogni (rara) intervista che i TG concedono loro per fare corretta informazione alimentare e dietologica.
La qualità scadente dei prodotti e gli eccessi dell’alimentazione moderna tendono a sovraccaricare invece
il sangue di grassi e scorie tossiche che affaticano il cuore, gli organi, tutto il complesso e favoriscono vari tipi di disturbi e patologie che cronicizzato col cronicizzate della cattiva abitudine alimentare.
L’importanza di una sana alimentazione basata su cibi naturali, completi dal punto di vista nutritivo e correttamente associati ed affiancati, risulta evidente per un’efficace prevenzione mantenimento di una ottimale salute alimentare e fisica per tutta la durata della vita.
E’ non è neanche vero che una simile alimentazione debba essere difficile o fastidiosa al nostro gusto e palato, infatti i nostri antenati (dovremmo dire semplici nonni e bisnonni) la seguivano e seguirono con gusto per migliaia di anni e fino a pochi decenni fa. Una dieta che è detta mediterranea e che è fatta principalmente da cereali, legumi, verdure di stagione, pesce, olio di prima spremitura e ridot-te
quantità di carne e grassi animali saturi. La ricerca nutrizionale moderna conferma che questa dieta ancestrale fatta di un modo di mangiare collaudato da secoli di utilizzo è il più adatto al nostro metabolismo.
Ed ora, ecco il decalogo del mangiatore sano professionista J
- Aumentare i carboidrati complessi (riso, mais, frumento, orzo, miglio, farro) Ridurre il consumo di cereali eccessivamente raffinati (riso raffinato, farina bianca, ecc.).
- Evitare lo zucchero e i dolcificanti non naturali.
- Non mescolare proteine animali diverse nello stesso pasto. In generale evitare l’uso frequente di latteo-caseari (latte, formaggi, burro, panna, yogurt) e gli insaccati; ridurre il consumo di carne e uova; preferire il pesce e le proteine vegetali (fagioli, ceci, lentic-chie, tofu').
- Evitare l’uso frequente di grassi e oli fritti.
- Consumare poco sale.
- Consumare preferibilmente alimenti freschi e verdure di stagione, possibilmente non trattate.
- Inserire un po’ di crudità, germogli o verdure fermentate (tipo crauti naturali o insalatini) nei pasti, soprattutto se a base di cibi animali.
- Per un più elevato apporto nutrizionale integrare la propria alimentazione con cibi verdi selvatici, ricchi di clorofilla, minerali, vitamine e sostanze antiossidanti naturali facilmente assimilabili.
- Per evitare problemi di digestione è preferibile non consumare la frutta più dolce e zuccherina a fine pasto.
- Bere soprattutto acqua e in buona quantità.