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L’introduzione del latte nell’alimentazione adulta umana è un fatto recente da un punto di vista cronologico. Si pensa che questa innovazione dietetica per cui la nostra specie ha iniziato a nutrirsi di latte di altri animali (e non del proprio) sia avvenuta intorno ai 7000 anni fa. Questo grazie ad un adattamento genetico che ha permesso di digerire il lattosio attraverso la permanenza in età adulta di un enzima denominato lattasi (ricordiamo che i mammiferi perdono la capacità di digerire il latta con il passaggio all’età adulta).

Anche per l’uomo questa mutazione che comporta la capacità di digerire il latte da adulti non è uniformemente distribuita ma varia considerevolmente per individuo ed etnia.
In genere possiamo dire che le zone e popolazioni con maggior concentrazione dell’enzima sono quelle in cui è avvenuto l’inizio di pastorizia quindi vicino oriente, Europa e nord Africa.

Questa mappa è stata elaborata nel 2007 in base ai dati forniti dalla Fao sul consumo di latte per paese nel mondo: in cima alla classifica troviamo Svezia, Finlandia, Olanda, Svizzera e Grecia (tra i 281,17 e i 361,19 kg a testa all’anno).

L’Italia si colloca subito dopo con un consumo per singolo abitante stimato tra i 217 e i 281 kg, pari a quello di un americano medio. In chiaro troviamo i paesi con un consumo inferiore ai 37 kg annui a testa, come Cina (il paese con il più alto tasso di intolleranza al lattosio, 90%) e Africa centro meridionale.

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