I valori glicemici di un fruttariano tendono a essere ben al di sotto della media nonostante i chili di frutta mangiati ogni giorno. Nella dieta dei diabetici è permessa quasi tutta la frutta, ad esclusione di quella ad alto indice glicemico (fichi secchi, datteri ecc.). Il segreto per evitare il diabete sta infatti nel tenere molto basso il livello dei grassi più che nel limitare gli zuccheri. Medici come Neal Barnard hanno ormai mostrato che il diabete si può guarire grazie a diete a basso contenuto di grassi (10% circa sul totale calorico) e ad alto contenuto di frutta e carboidrati complessi (riso, pasta integrale, patate).
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Occhio alle banane
Cinque banane contengono circa 2 grammi di potassio. Il fabbisogno medio di potassio per un adulto è di circa 5 grammi e si stima che sia in difetto.
Per questo motivo le banane sono una valida alternativa agli integratori di potassio.
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Non è più quella di una volta
Non è vero, sempre più realtà regionali italiane stanno cercando di valorizzare la frutta tipica del luogo, piantando i semi di alberi da frutto “in via di estinzione”. Inoltre si sta gradualmente tornando ad un tipo di coltivazione con metodi biologici o biodinamici. Ma non basta: anche noi dobbiamo essere rieducati. Dopo anni di dieta carica di sale, grassi, tossine e stimolanti di ogni genere, non abbiamo più le papille gustative di quando eravamo bambini. Solo se si passa a una dieta vegetale ricca di frutta cruda le nostre papille si ripuliscono e si torna a godere del sapore della frutta.
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Fa ingrassare
In una dieta senza prodotti animali e povera di grassi (circa il 10% sul totale calorico), gli zuccheri della frutta non hanno alcun problema ad entrare e uscire velocemente dal sangue per raggiungere tutte le cellule del corpo.
I valori glicemici restano costantemente bassi e l’insulina anche. Tutto dipende dalla dieta che si segue: se si mangiano troppi grassi gli zuccheri della frutta restano intrappolati nel sangue e fanno aumentare il bisogno di insulina, l’ ormone responsabile della creazione di riserve di grasso.
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Non sazia
Il nostro stomaco non è più abituato a mangiare grandi quantità di frutta perché pur essendo un organo elastico, dopo anni di cibi concentrati (molte calorie in pochi bocconi) si è come atrofizzato. Se però abituiamo lo stomaco a poter contenere sempre più frutta tutto diventa possibile.
Un pasto tipo? Un frullato di 3 banane mature e 10 datteri, totale 500 calorie. Nutriente e gustoso.
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Provoca mal di pancia
La frutta ha un forte potere disintossicante. Può dare questo fastidio, solo quando si aumentano le quantità all'improvviso. Lo stomaco e l'intestino hanno infatti bisogno di tempo per abituarsi.
Un uso regolare permette, invece, di contrastare la stipsi, con tutti i benefici che ne conseguono.
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Resta sullo stomaco
Può succedere che la frutta provochi pesantezza, ma solo se viene mangiata dopo un pasto o mescolata ad altri cibi più difficili da digerire.
Mangiare un pasto intero di frutta a stomaco vuoto e all’interno di una dieta vegetale povera di grassi, permette di evitare la pesantezza post-pranzo perché la frutta si digerisce in poco tempo. In più, si ha molta energia per continuare la giornata.
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Non aiuta i muscoli
Anche la frutta contiene proteine, in particolare la frutta secca (come noci, mandorle, nocciole). Aumentando il consumo di frutta nella dieta, aumenta quindi anche l'apporto proteico.
I molti fruttariani muscolosi mostrano che frutta, semi e verdure a foglia verde, in grandi quantità, sono sufficienti per avere una muscolatura da body-builder (abbinata ovviamente a del movimento). Un esempio? Il dottor Douglas Graham (fruttariano da più di 30 anni).
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Contiene pesticidi
Su 3.622 campioni di frutta analizzata in Italia da Legambiente nel 2010, solo 45 (1,2%) sono risultati irregolari ed è la verdura, più della frutta, a presentare le maggiori irregolarità.
Meglio investire nel biologico per i frutti più a rischio o evitare di mangiarne la buccia. Ricordate che eliminare la frutta non rende affatto immuni dall’assunzione di pesticidi: la carne e il pesce di animali nutriti con mangimi trattati contengono fino a 14 volte più residui di pesticidi di frutta e verdura
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La frutta tropicale inquina
Un chilo di banane importate causa un’emissione di CO2 pari a 1,48 kg. La produzione di un chilo di carne di manzo ne causa ben 34 kg. Non solo, ma oltre ad essere molto meno inquinante della carne, la produzione di frutta tropicale richiede un consumo di acqua di almeno 10 volte inferiore e occupa molto meno suolo.
Insomma, è molto più ecologica una banana bio importata dal Perù che una bistecca italiana di un manzo nutrito con soia proveniente dal Brasile che ha richiesto 5.000 litri di acqua e 43 metri quadrati di suolo per essere prodotta.