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Economia del Lazio
In
termini assoluti, facendo riferimento al 2005, il Lazio è la seconda regione
d'Italia per PIL prodotto dopo la Lombardia, mentre in termini di PIL per
abitanti, il Lazio è la quarta regione secondo i dati del 2007, la quinta
regione secondo i dati del 2008.
Peraltro il PIL laziale non è prodotto omogeneamente sia dal punto di vista
territoriale, vista la preponderanza dell'economia romana rispetto a quella
degli altri territori provinciali, sia dal punto di vista dei settori
produttivi, visto che gran parte del PIL è prodotto dal settore dei servizi, in
proporzione maggiore rispetto al dato nazionale.
Agricoltura
Il settore agricolo laziale ha perso l'importanza che aveva tradizionalmente
avuto fino all'immediato dopoguerra, quando la produzione proveniva
essenzialmente da grandi latifondi agricoli.
Con riferimento alle coltivazioni legnose, preponderante nel Lazio è quella
dell'olivo (86.151 ha coltivati nel 2003 [10] soprattutto in provincia di Roma e
di Viterbo), rispetto alla vite,e al nocciolo,diffuso nel viterbese ed in
particolare nella zona dei Monti Cimini. Dopo queste tre colture tradizionali si
è molto sviluppata quella del Kiwi, soprattutto nella provincia di Latina, tanto
che la superficie coltiva è di 6.881 ettari, di poco superiore a quella
destinata alla coltura del castagno.Per quanto riguarda le altre coltivazioni
tra i cereali si coltiva soprattutto il frumento duro (87.015 ha di cui oltre
50.000 ha nel viterbese), il mais ed il frumento tenero. Tra le altre colture si
producono l'orzo,le barbabietole da zucchero e l'avena. Nonostante il fenomeno
della transumanza sia molto ridotto rispetto al passato, nel Lazio è ancora
presente una forte presenza di allevamenti di ovini (817.092 capi nel 2003,
quasi il 40% dei quali nel viterbese) che pongono la regione dietro alla
Sardegna e alla Sicilia nell'allevamento di questo capo di bestiame. A seguire,
si contano circa 380.000 capi di bovini e oltre 100.000 capi di suini. Nel sud
della Regione, infine, si sta sviluppando fortemente l'allevamento di bufali,
che nel 2003 superavano le 70.000 unità.
Industria
Il settore industriale laziale, in rapporto alle regioni maggiormente
industrializzate, non ha quasi mai assunto a rilevanza nazionale,
caratterizzandosi per la formazione di industrie di medio-piccole dimensioni. Le
eccezioni si sono registrate in quelle zone del Lazio dove ha agito la Cassa del
Mezzogiorno, dove hanno stabilito impianti anche le grandi imprese
multinazionali, presenza che però nell'ultimo periodo è andata regredendo.
Secondo i dati ISTAT, prodotto nel Lazio ai prezzi correnti di mercato nel 2006,
espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività
economiche relativi al 2006, nel Lazio i settori industriali più sviluppati sono
quello relativo alla produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di
vapore e acqua (vale 2.839,6 milioni di euro), quello alle cokerie, raffinerie,
chimiche, farmaceutiche (2.766,7 milioni di euro) e della fabbricazione di
macchine ed apparecchi meccanici, elettrici ed ottici; mezzi di trasporto
(2.418,6 milioni di euro).
Servizi
Il peso dei servizi nella composizione del PIL della regione, risulta superiore
nel Lazio rispetto a quanto si verifica in media, globalmente, nelle altre
regioni italiane; infatti se i servizi pesano nella produzione del PIL nazionale
per 65,6% (dati 2005), nella regione pesano per il 77,5. In pratica oltre 3/4
del PIL del Lazio è prodotto dal settore dei servizi.
Tra questi, oltre il 27% è prodotto dal settore dell'intermediazione finanziaria
e dalle attività immobiliari, il 26% dalle attività legate ai trasporti,
commercio, alberghi e turismo. L'economia dei servizi legati alla Pubblica
Amministrazione pesa per circa l'8%, circa il doppio della media nazionale.