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Economia del Romagna
L'Emilia-Romagna
è considerata una delle regioni più ricche d'Europa, con tassi d'occupazione che
superano il 70% (80% a Modena e Reggio Emilia); il tasso di disoccupazione della
regione (3,4%) corrisponde ad un regime di piena occupazione. Questo ha favorito
negli ultimi anni un enorme arrivo di immigrati nelle città, che in tre province
(Reggio Emilia, Piacenza, Modena) ha portato l'incidenza di immigrati sulla
popolazione totale intorno al 10%.
Con una statistica di giugno 2007 condotta da Unioncamera, Bologna e Modena sono
risultate rispettivamente la terza e la quarta città più ricche d'Italia, dietro
solo a Milano e Biella. Nella classifica de Il Sole 24 ore Bologna è risultata
essere la città italiana col più alto tenore di vita.
La regione, secondo un'altra indagine svolta da Eurostat nel 2002, è risultata
la 23ª regione europea per quanto riguarda il PIL pro capite, terza italiana
dopo la provincia autonoma di Bolzano e la Lombardia . Ancora nel 2005 il PIL
pro capite era al terzo posto in Italia, e su una media europea del 100%
superava il 128%.
Settore primario
Nel settore primario, il più importante d'Italia per esportazioni, la regione
può contare su un forte sviluppo su tutta la Pianura Padana e in Romagna. Sono
molti i prodotti DOP e IGP coltivati in regione, ed è diffuso l'allevamento di
bovini e suini. L'Emilia-Romagna, condividendo il territorio della Pianura
Padana, è una regione fertilissima (il rapporto tra raccolto e seminato è tra i
più alti d'Italia); questo è il frutto di lavori di bonifica cominciati in
epoche anche remote; la rete d'irrigazione e canalizzazione è efficiente e non
per caso alcune delle più grandi aziende di macchinari agricoli, come la Goldoni
e la Landini, hanno sede qui. Le colture tipiche sono cerealicole (grano e mais
soprattutto), fruttifere (la prima produttrice italiana di pesche e pere e anche
con mele, albicocche, susine e ciliegie), ortofrutticole (ai primi posti in
Italia ed Europa per produzione di insalate, finocchio, pomodori, lattuga, rapa,
ravanello, carote,patate, zucchine, zucche, peperoni, cetrioli e molti altri) e
vinicole anche fino a 800 metri in collina; da ricordare il primato nazionale
nella produzione di barbabietola da zucchero. Le maggiori aziende alimentari
hanno sede in Emilia. Anche il settore dell'allevamento è molto sviluppato in
specie quello suino e bovino.
Il ministero delle Politiche agricole e alimentari, in collaborazione con la
regione Emilia-Romagna, ha riconosciuto 184 prodotti emiliani e romagnoli come
"tradizionali"
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Prodotti agroalimentari
tradizionali emiliano-romagnoli.
Settore secondario
Anche il settore secondario è molto sviluppato e molto variegato a seconda della
provincia poiché ognuna di esse ha delle peculiarità: a Parma sono presenti
numerosissime industrie alimentari di dimensioni mondiali come Barilla e
Parmalat, a Reggio Emilia, Modena e Bologna sono molto diffuse le industrie
meccaniche con nomi illustri come ad esempio: Ducati, Ferrari, Italjet,
Malaguti, Maserati e Lamborghini. La regione si dimostra quindi presente in ogni
settore produttivo, dal chimico di Ravenna al meccanico dell'Emilia centrale,
dal tessile all'elettronico passando per il ceramico della zona modenese per
arrivare al settore logistico di Piacenza. Molte industrie sono di piccole
dimensioni, e sono a conduzione familiare oppure organizzate in cooperative.
Artigianato
In Emilia Romagna è molto sviluppata l'industria alimentare, la quale è stata
scelta come sede della istituzione europea nel controllo del settore. Nel
Ravennate è molto sviluppata l'industria chimica, ed è presente il più grande
porto del Mare Adriatico.
Servizi e commercio
Il settore terziario è anch'esso sviluppato; la Riviera romagnola è centro
d'attrazione turistica sia d'estate per la ricca ed organizzatissima ricettività
(più di 5000 alberghi) che negli altri periodi dell'anno per i numerosi locali
d'intrattenimento giovanile; si stima che durante un anno siano circa 10 milioni
i turisti che la popolano; italiani e moltissimi stranieri soprattutto dalla
Germania e dai Paesi Bassi. Discreto anche il turismo invernale sulle località
sciistiche dell'Appennino, fra cui ricordiamo Sestola e le altre località alle
pendici del Monte Cimone, e il Corno alle Scale, nel bolognese. Molto sviluppato
il turismo artistico nelle città d'arte, specialmente dall'estero. La regione è
il nodo commerciale più importante del paese, Bologna è un nodo ferroviario di
primaria importanza nel Nord e la sua stazione merci è la più grande d'Italia
come volume di traffico. In Emilia confluiscono, poi, alcune tra le principali
autostrade del paese (A1, A13, A14, A15, A21 e A22).