Herbalifeline Omega 3 aportata di mano
Gli Omega-3 frenano il tumore alla prostata
La rivista Clinical Cancer Research sul numero in uscita il 1 agosto 2006 pubblica i risultati di uno studio di alcuni ricercatori dell’Università di California in Los Angeles (UCLA) sulla correlazione tra gli acidi grassi omega-3 e la progressione del tumore alla prostata.
In particolare i ricercatori dimostrano che
un’alimentazione contraddistinta da un rapporto
omega-3/omega-6 elevato è in grado di ridurre il
tasso di crescita del tumore alla prostata e i
rispettivi livelli della proteina antigenica,
nota come marker PSA. Questi risultati si
riferiscono ad uno studio su un modello animale
condotto su ratti affetti da tumore alla
prostata relativo a squilibrio ormonale.
Gli acidi grassi omega-3 constano principalmente
di eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA),
ossia omega-3 a lunga catena carbonica,
contenuti nel grasso pesci delle acque fredde da
cui si ottiene per distillazione molecolare
l’olio di pesce di grado farmaceutico. Si
trovano anche in alcuni rari tipi di alghe, di
cui questi pesci si cibano. Gli omega-3 a corta
catena ossia l’acido alfa-linolenico (ALA), il
cui utilizzo dal nostro organismo è scarso, è
presente prevalentemente nei semi di lino e di
perrilla.
Gli acidi grassi omega-6 si trovano per lo più
negli oli di origine vegetale
come quelli che
derivano dal mais e dal cartamo. Una buona fonte
di omega-6 sono anche le carni rosse.
David Geffen alla School of Medicine Department
of Urology in collaborazione con il professor
William Aronson e colleghi hanno iniettato a
ratti immuno-deficienti cellule di tumore alla
prostata a scopo di analisi. Successivamente ad
un primo gruppo di ratti è stata fatta seguire
un’alimentazione caratterizzata da un 20% di
grassi totale, con un rapporto omega-3/omega-6
pari a 1:1, mentre un secondo gruppo di ratti ha
ricevuto lo stesso tipo di dieta supportata
sempre da un 20% di grassi ma quasi
esclusivamente di tipo omega-6 con un bassissimo
tenore di omega-3. Settimanalmente venivano
misurati il peso degli animali e la crescita del
tumore alla prostata. Dopo 8 settimane di studio
i ricercatori hanno esaminato lo stato dei
tumori degli animali e hanno prelevato un
campione di sangue per testare i livelli di PSA.
Il gruppo di ricerca ha notato che gli animali
supportati da una dieta contenente quantità pari
di omega-3 e omega-6 presentavano una riduzione
media del 22% relativamente ai tassi di crescita
delle cellule del tumore alla prostata e una
diminuzione dei livelli di PSA pari al 77%
rispetto agli altri ratti i cui grassi
alimentari erano in prevalenza omega-6 con pochi
omega-3. Atri risultati riguardano i livelli
delle prostaglandine, in particolare i livelli
della PGE2 (pro-infiammatoria): questi
risultavano dell’83% più bassi nel tumore alla
prostata dei ratti che hanno ricevuto omega-3 in
quantità maggiore rispetto agli altri.
Un aumento del rapporto omega-3/omega-6
si riflette in un contenuto più alto di EPA e
DHA a livello del tumore alla prostata e in una
riduzione del livello di acido arachidonico.
Questi acidi grassi competono a livello
dell’enzima ciclo-ossigenasi (COX) per la
conversione in prostaglandine.
Le prostaglandine possono essere sia anti- che
pro-infiammatorie e, le ultime, possono
influenzare negativamente il tasso di crescita
di un tumore. In pratica la presenza di
concentrazioni maggiori di EPA e DHA a livello
tissutale può portare ad una maggior produzione
di prostaglandine anti-infiammatorie.
Questo studio è tra i primi a dimostrare un
effetto di riduzione del tumore alla prostata
promuovendo una risposta infiammatoria
attraverso la dieta. A questo proposito il Dott.
Aronson ha così commentato:
“L’olio di mais è la base della dieta americana
tipica. Consumiamo fino a 20 volte più acidi
grassi omega-6 con la nostra alimentazione
rispetto agli acidi grassi omega-3. I risultati
di questo studio suggeriscono fortemente che
un’alimentazione caratterizzata da un rapporto
equilibrato tra questi due tipologie di acidi
grassi (omega-6 e omega-3) può fare la
differenza riguardo ad una progressione limitata
del tumore alla prostata. Sono comunque
necessari studi condotti sugli esseri umani
prima di poter fare delle raccomandazioni
cliniche vere e proprie”.
“Possiamo anche utilizzare supplementi di
omega-3 (che apportino EPA e DHA) ma è comunque
bene ridurre la quantità di acidi grassi omega-6
nella nostra dieta come strumento di prevenzione
riguardo all’incidenza dei tumori e
possibilmente per limitare negli uomini la
progressione del tumore alla prostata” ha
aggiunto il Dott. Aronson.
Il gruppo di ricerca sta attualmente conducendo
uno studio che confronterà gli effetti di una
dieta a bassa percentuale di grassi supportata
da omega-3 con quelli di una dieta equilibrata
tipicamente occidentale su uomini le cui
ghiandole prostatiche sono state rimosse causa
tumore alla prostata.
Herbalifeline
Integratore
alimentare di acidi grassi omega 3
A meno di non confidare su una ferrea forza di
volontà, difficilmente riusciamo a mangiare
abbastanza cibi ricchi di grassi “buoni”,
essenziali per un benessere ottimale.
Herbalifeline è ricco di
acidi grassi Omega 3, le
componenti benefiche dei grassi che coadiuvano
il naturale funzionamento di cuore e
circolazione, combattono la secchezza della
pelle e aiutano anche la regolazione di altre
funzioni dell’organismo, quali quella urinaria e
del sistema immunitario. Normalmente gli Omega 3
sono presenti in pesci come maccarelli, aringhe
e salmoni. Con Herbalifeline potrai beneficiare
dei frutti che ci dona il mare.
L’ American Heart Association invita a mangiare
pesce due volte a settimana. Cosa deve fare un
vegetariano? di Gail Nelson, MPH., RD.traduzione
di Francesca Gasparini
Alla “Food and Nutrition Conference and
Exhibition” sponsorizzata lo scorso Ottobre
dall’American Dietetic Association, ho
partecipato a una sessione dove furono rivelate
le nuove linee guida dietetiche della American
Heart Assciation (AHA) per la riduzione delle
patologie cardiache. Come vegetariano, la mia
dieta è generalmente in linea con tutte le
indicazioni e le linee guida nutrizionali
–mangiare meno grassi, grassi saturi e
colesterolo; consumare più frutta, verdure e
cereali; mantenere un peso sano. Mangiare una
dieta vegetariana sana di solito assicura che
tutte le linee guida siano rispettate. Comunque,
non in questo caso! Nelle nuove linee guida
dell’AHA si trova la raccomandazione di
consumare il pesce due volte a settimana. La
ragione? Certi tipi di pesce presentano un alto
contenuto di acidi grassi omega-3, che possono
aiutare a prevenire le patologie cardiache.
Anche se sono stato vegetariano per oltre sei
anni, e non ho mai amato il sapore del pesce
–neppure nei miei anni precedenti il
vegetarianesimo- mi sono trovato a considerare
la possibilità di aggiungere o meno il pesce
alla mia dieta. Ho deciso velocemente che per
quanto salutare possa essere il pesce, non avrei
cominciato a correre dal vicino pescivandolo due
volte alla settimana per le mie necessità di
omega-3. Invece, decisi di indossare il cappello
da investigatore dietologo e scoprire come posso
ottenere i miei omega-3 da fonti alimentari
vegetariane. Leggete che cosa ho scoperto.
Cosa sono gli Omega-3?
Per capire cosa sono gli omega-3 sarà utile
riferirsi ad una mini-lezione di nutrizione sui
grassi. I grassi sono costituiti di blocchi da
costruzione chiamati acidi grassi. Ci sono tre
principali tipi di acidi grassi: saturi,
polinsaturi e monoinsaturi. Gli omega-3 sono
acidi grassi classificati come polinsaturi. I
tre grassi omega-3 sono: l’acido alfa-linoleico
(ALA), l’acido eicosapentanenoico (EPA), e
l’acido docosaexaenoico (DHA). ALA si trova
prevalentemente in cibi vegetali; EPA e DHA si
trovano prevalentemente nel pesce. I nostri
corpi convertono l’ALA in EPA e DHA: consumando
10 grammi di ALA si produce approssimativamente
1 grammo di EPA e DHA. Ciò significa che quelli
fra noi che non mangiano pesce ricavano la
maggior parte dei loro omega-3 sotto forma di
acido alfa-linoleico (ALA), che viene convertito
dall’organismo in EPA e DHA. Gli acidi grassi
omega-6 sono un altro tipo di grassi insaturi.
Come commenterò in seguito, gli Americani in
generale mangiano troppi grassi omega-6, e non
abbastanza omega-3.
Molte persone potrebbero
beneficiare di un cambiamento di dieta che
permetta loro di mangiare più omega-3 e meno
omega-6. La nostra lezione di nutrizione non
sarebbe completa senza alcune parole riguardo ai
grassi saturi, monoinsaturi e transaturi. In
generale, è meglio limitare l’assunzione di cibi
ad alto contenuto di grassi saturi (proteine
animali, burro, olio di cocco), e incrementare
l’assunzione di cibi che contengono grassi
monoinsaturi (presenti nei semi e noci, negli
oli vegetali come l’olio d’oliva e di canola). I
grassi tansaturi sono grassi polinsaturi che
sono stati alterati e trasformati in grassi
saturi (come nella margarina, che è
essenzialmente olio vegetale che ha subito un
processo per renderlo solido e più denso)
–questi dovrebbero essere altrettanto limitati.
Tenendo in mente che il grasso totale dovrebbe
essere limitato a non più del 30% delle calorie,
è meglio incrementare le fonti di grassi
moninsaturi e omega-3, e diminuire l’apporto di
grassi saturi, transaturi e omega-6.
Che cosa porta questa assunzione di omega-3?
Studi recenti hanno mostrato che gli omega-3
sono associati ad una serie di benefici per la
salute inclusa la protezione contro le patologie
cardiache, la trombosi, l’ipertensione, alcuni
tipi di cancro, e i disordini infiammatori e
autoimmuni. Studi recenti hanno anche mostrato
che gli omega-3 sono necessari per una crescita
e uno sviluppo infantili corretti.
Quali sono alcune fonti alimentari per gli omega-3
Buone fonti vegetariane per gli omega-3 sono i
semi di lino e l’olio di semi di lino, l’olio di
colza, l’olio di soia, i fagioli di soia, le
noci, l’olio di noci, la portulaca (vedi la
tabella per le specifiche sui cibi e le
quantità). Se si consumano uova, si può essere
interessati a sapere che ci sono disponibili sul
mercato uova ricche di omega-3 –vengono prodotte
da polli nutriti con una dieta ricca di semi di
lino. I grassi nei vegetali a foglia verde scuro
sono per l’80% omega-3; ma a causa del basso
contenuto di grassi di questi cibi normalmente
essi non contribuiscono con un apporto
significativo di omega-3 alla nostra dieta. Come
potete vedere dalla tabella, i semi di lino e le
noci sono le migliori fonti di omega-3.
C’è qualche specifica raccomandazione per gli omega-3?
Oggi come oggi, non ci sono RDA [indicazione
sull’assunzione giornaliera di nutrienti
consigliata corrispondente ai nostri LARN, ndr]
per gli omega-3, benché un gruppo di scienziati
della nutrizione abbia recentemente fornito
linee guida per omega-3 individuali. Essi
suggeriscono assunzioni giornaliere come segue:
ALA –2.2 grammi al giorno, e EPA/DHA combinati
–0.65 grammi al giorno. Il Canada e la Gran
Bretagna hanno prodotto a loro volta delle
raccomandazioni. Il Canada raccomanda un totale
di assunzione di omega-3 di 1.2-1.6 grammi al
giorno. La Gran Bretagna raccomanda che l’1% di
calorie sia da ALA, e lo 0.5% delle calorie da
EPA/DHA combinati. Per una persona che assume in
media 2000 calorie al giorno, questo si traduce
in 1 grammo di EPA/DHA e 2 grammi di ALA al
giorno. In aggiunta all’attenzione da porre alla
quantità di omega-3 che mangiamo, è anche
importante guardare agli omega-6 (n6) in
rapporto agli omega-3 (n3) nella propria dieta.
La World Health Organization (WHO) raccomanda un
rapporto di n6:n3 di 5-10:1, la Svezia ne
raccomanda un rapporto di 5:1, e altri gruppi
raccomandano 2.3:1. La letteratura indica che la
tipica dieta americana ha un rapporto n6:n3 di
9.8:1. Ciò significa che consumiamo 9.8 grammi
di n6 per ogni grammo di n3. Le fonti principali
di acidi grassi omega-6 nelle nostre diete
includono oli di semi di mais e di cartamo, e
cibi lavorati fatti con questi oli. Per
migliorare il rapporto nella propria dieta, si
può scegliere di cucinare con oli che hanno un
basso rapporto n6:n3 (vedi tabella), e
incorporare più cibi ricchi di omega-3 nella
nostra dieta. Usando oli per la cottura che
hanno un alto contenuto di grassi monoinsaturi
(per esempio olio di oliva e di colza) aiuta
ancora ad abbassare il rapporto n6:n3.
Cosa si può dire riguardo agli integratori?
Molte varietà di
integratori di omega-3 sono disponibili sul
mercato. Sebbene molti di questi siano derivati
dal pesce, è possibile trovarne alcuni che sono
derivati da fonti vegetali –soprattutto semi di
lino- comunque sono quasi tutti nella forma
della capsula di gelatina. In generale,
probabilmente non è necessario affidarsi agli
integratori di omega-3 finché si assumono in
modo regolare cibi contenenti omega-3.
Dunque, qual è la linea di base?
Per riassumere, non ci sono raccomandazioni
ufficiali negli Stati Uniti per le risorse
vegetariane di omega-3. Comunque, pare prudente
provare a includere risorse alimentari di
omega-3 in modo regolare. Ciò può essere fatto
facilmente usando modeste quantità di semi di
lino macinati, noci, e altre buone fonti di
omega-3. Si può anche incrementare il rapporto
omega-6:omega-3 nella propria dieta rimpiazzando
gli oli di cottura che presentano un alto
contenuto di grassi omega-6 con quelli ricchi di
omega-3 e grassi monoinsaturi per esempio oli
di colza, di soia, di oliva al posto dell’olio
di semi di mais.